Eventi 2022

Collaterale Banca Carige

Quando l’arte… fiorisce: capolavori dalle Collezioni di Banca Carige

I fiori hanno da sempre suscitato un particolare fascino sugli artisti, anche se inizialmente rappresentavano un tema minore della loro produzione, soprattutto rispetto a soggetti storici, mitologici o religiosi. Grazie alla loro grazia e bellezza e soprattutto alla loro versatilità e duttilità, i fiori iniziarono a prendere parte a svariate composizioni, simboleggiando o alludendo a tematiche religiose o pagane, anche se la varietà di forme e colori permetteva di riferirsi anche a concetti più interiori, ad esempio trasmettere gli stati d’animo più disparati, le estetiche più raffinate, gli studi naturalistici sulla luce e il colore, riuscendo così a imprimersi anche negli interessi degli artisti contemporanei. Il breve percorso qui proposto presenta una selezione di opere appartenenti alle collezioni d’arte di Banca Carige che, in diverse epoche, affrontano la tematica naturalistica e floreale. Un discorso che prende le mosse dal XVII secolo, quando attraverso la rappresentazione delle nature morte, il discorso floreale diventa allusione al concetto di vanitas, come emerge nella prima tela qui presentata: i fiori, collocati all’interno di un vaso e accanto ad un piccolo pappagallo morente e ad una farfalla, richiamano all’idea dell’inevitabile scorrere del tempo, alla caducità della vita stessa, e all’effimera bellezza, di cui sia la rosa recisa sia il piccolo bouquet sono esplicite allusioni, contrapposte alle delizie della vita terrena, rappresentate, invece, dalla notevole varietà di frutti. Sarà tuttavia il Settecento il secolo in cui il fiore inizia ad assumere piena autonomia nelle composizioni e nelle decorazioni, non solo di dipinti, ma ad esempio anche nella produzione ceramica, come è possibile vedere negli straordinari oggetti prodotti dalla manifattura savonese di Giacomo Boselli. Adattandosi raramente a prototipi tradizionali, Boselli, si ispirò alle produzioni internazionali di cui recepì gli stimoli più innovativi e li rielaborò in maniera del tutto personale, creando così dei veri e propri pezzi unici per le facoltose famiglie aristocratiche liguri. Nell’Ottocento gli artisti continueranno a guardare a questa tematica, e i fiori diventeranno un efficace pretesto per condurre studi cromatici e ricerche sugli effetti luministici: è la via inaugurata dall’Impressionismo, e ripresa poi dai divisionisti in Italia, cui rimanda in questa sede la piccola opera di Rubaldo Merello, ma che giungerà ad interessare anche alcuni artisti del nostro tempo come Raimondo Sirotti.

Raimondo Sirotti (Bogliasco, 1934 – 2017)

Indiscusso protagonista della pittura italiana, Raimondo Sirotti ha vissuto a Bogliasco, dove è nato, cresciuto, lavorato nel suo atelier come pittore – ma anche come sindaco – e a Genova, dove ha ricoperto il prestigioso incarico di presiedere l’Accademia Ligustica. La lunga e complessa produzione pittorica dell’artista si concentra essenzialmente sulla componente cromatica e sull’elemento della luce, andando sempre a precisare una continuità di rapporti con la realtà naturale, presente anche negli stessi titoli delle opere. La luce è a tutti gli effetti sia elemento di congiunzione sia protagonista dei dipinti, anche là dove le forme si sfaldano e sono sempre più imprecisate, e la luce penetra nella materia diventando la componente essenziale e fondante della natura stessa. Grazie alla luce la natura si trasforma a seconda delle diverse fasi della giornata, o a seconda dell’alternarsi delle stagioni, rivelando la sua dimensione più dinamica e intensa, mai uguale a se stessa o immobile, e permettendo attraverso questa sua tensione di registrare gli stati d’animo – dalla gioia alla malinconia – con cui l’artista esplora l’ambiente naturale: così i raggi di luce si insinuano nei diversi soggetti rappresentati nelle tele di Sirotti, li troviamo nel vento che muove le foglie o gli steli, nella brina dei paesaggi, tra i frutti e i fiori. Questi ultimi rappresentano proprio la tematica principale delle opere qui presentate, e appartenenti al nucleo di collezioni d’arte di Banca Carige. Tali opere appartengono all’attività degli anni ottanta da parte dell’artista e testimoniano la sua ricerca sul dato naturale come fattore scatenante delle emozioni. Sirotti parte sì dall’esperienza dell’informale – percorso che si avvia alla fine degli anni cinquanta, e che continuerà ad influenzare i successivi sviluppi della sua produzione artistica – ma la declinerà attraverso autonomi caratteri ligustici e indirizzerà la sua ricerca sul versante naturalistico, in particolare analizzando il rapporto tra luce e forma o luce e colore, allontanandosi sempre di più dalla rigidità delle avanguardie degli anni settanta per approdare, invece, a opere come Fiori, le quali rivelano una disinvolta e spontanea rappresentazione delle forme e delle cromie, una pittura che si fa, quindi, sempre più gestuale e istintiva, seppure costantemente accompagnata da un’indagine analitica condotta dal pittore nei confronti della natura

Le lezioni di decorazione floreale dell’EDFA

In attesa di vedere le straordinarie composizioni che le decoratrici dell’EDFA prepareranno, dopo il grande successo di critica ottenuto nel 2018, in occasione di Euroflora con i fiori della Campania nelle sale di Villa Grimaldi ispirandosi ai quadri esposti, Antiqua sarà l’occasione per una piccola anteprima.

Sarà il presidente dell’EDFA, Paola Zattera, a impegnarsi personalmente nella realizzazione della composizione d’accueil che impreziosirà l’ingresso della mostra e due dimostrazioni con composizioni ispirate ai quadri della Fondazione Carige.
Lezioni di composizione dal vivo sono in programma martedì 8 e giovedì 10 a partire dalle 16 con le decoratrici dell’EDFA che, ispirandosi ad alcuni quadri in esposizione, sveleranno ai visitatori i segreti della scelta dei colori e dell’equilibrio delle forme.

Conferenza 

Venerdì 11 febbraio alla ore 17.30 – Sala Bora si terrà la conferenza dal titolo ” L’altare di Klosterneuburg” a cura di Pietro Porcelli.

E’ gradita la prenotazione a gfeleppa@portoantico.it